2016-45 - Bosco delle Penne Mozze - Aspem

As.Pe.M.
Associazione "Penne Mozze"
fra le Famiglie dei Caduti Alpini
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2016-45

Raduni, veglie e cerimonie
2016 - Quarantacinquesimo Raduno, 4 settembre 2016
Un Raduno speciale al Bosco

E' stato un raduno del tutto speciale: il Raduno delle Penne Mozze numero 45, oltre ad essere inserito negli eventi programmati del progetto "Aspettando l'adunata del Piave 2017", presentava quest'anno due novità particolari, che hanno riempito di orgoglio la sezione di Vittorio Veneto, il Comitato per il Bosco e la stessa associazione tutta: un oratore ufficiale che rispondeva al nome del presidente emerito Corrado Perona, e per la prima volta c'era pure il vescovo della Diocesi di Vittorio Veneto.
Delle loro parole come al solito in una giornata splendida, ha echeggiato il memoriale del Bosco della Valle di San Daniele. Forse anche per questo possiamo dirlo, il 45.mo raduno ha prodotto davvero numeri da record, e dato grande soddisfazione, come ha ricordato il presidente Claudio Trampetti.
Lo stesso Bosco che, come ha sottolineato Corrado Perona nel suo intervento davanti ad oltre tremila alpini obbligatoriamente l'anno prossimo, a maggio, sarà uno dei principali riferimenti sul territorio dell'Adunata del Piave, per le centinaia di migliaia di penne nere che arriveranno nella Marca. E già in questi mesi si respira il profumo dell'Adunata nazionale, e di quella che verrà, la Triveneta del 2018, ufficialmente affidata alla sezione di Vittorio Veneto.
Per quella nazionale le nostre quattro sezioni trevigiane, curano da mesi con meticolosa attenzione il Memoriale.
Nel corso della grande cerimonia, partecipata e intrisa di emozioni, l'albero del ricordo allestito per tutte le sezioni italiane che vogliono aggiungere una foglia a memoria dei loro caduti, si è arricchito delle targhe delle sezioni di Roma e Udine, che il presidente del Comitato Bosco delle Penne Mozze, Claudio Trampetti si è detto onorato di accogliere. E si continuerà per rendere indelebile il ricordo dei loro Caduti, attraverso la vitalità del Bosco che diventa sempre più un Sacrario naturale. Anzi sarà anche scritto a quelle sezioni che non dispongono della targa sull'albero di farsi avanti, c'è posto ancora per ricordare chi è andato avanti combattendo, per l'unità, la libertà e la Patria.
Tra le novità anche quella che il Raduno dello scorso settembre è stato anche il primo per il nuovo presidente della sezione di Vittorio Veneto Franco lntrovigne, dopo anni in cui ha fatto in modo ineccepibile il cerimoniere ufficiale. E comunque per Claudio Trampetti, l'appuntamento non poteva avere una cornice migliore: con i consiglieri nazionali Renato Genovese e Michele Dal Paos, c'era anche il nuovo comandante del 7° Reggimento Alpini di Belluno, il colonnello Antonio Rivella, decine di sindaci e amministratori, i presidenti delle sezioni trevigiane, e molte altre amiche, oltre a Roma e Udine.
E anche gli ultimi reduci. Quelli che Perona nella sua orazione ha definito amabilmente "Le reliquie dell'associazione.
E - ha proseguito - perché finchè ci sarete voi noi non sbaglieremo strada. Il Bosco non muore mai, tiene compagnia ai nostri Caduti, e vivrà con la nostra e vostra presenza. Qui si viene per rispetto e fede, è un serbatoio
di ricchezza morale".
Il vescovo Corrado Pizziolo ha esaltato nella sua omelia tre caratteristiche, il valore dell'amor di Patria, la solidarietà verso tutti e in qualsiasi situazione, lo spirito di sacrificio, fare della propria vita un dono, tutte cose che secondo il dettame del vangelo hanno caratterizzato la storia degli Alpini.
Ancora Perona con accorato sentimento ha rilanciato tra un'ovazione generale l'ipotesi già discussa di far sfilare per la prima volta a Treviso, nella storia centenaria dell'Associazione Nazionale Alpini , gli "Amici degli alpini" . Sono ormai 50mila, forse anche di più: "Ovviamente è un auspicio per la continuità del nostro futuro associativo,
contro quelle cause di forza maggiore che non permettono di tramandare le regole che ritenevamo sacre di padre in figlio. Per questo dico di aprire le porte agli amici che hanno la nostra stessa mentalità: facciamoli sfilare, partecipare e vivere con noi l'emozione dell 'adunata e i giovani cambino le scritte: non più "noi dopo di voi", ma bensì "vengo con voi". E soprattutto quella del Piave sia l'adunata dell'Italia unita, poiché per questa unità si sono sacrificate anche le oltre 2400 Penne Mozze del Bosco".
L'associazione, come ha rimarcato il consigliere nazionale Renato Genovese "Non vive solo di memoria, ma anche nel quotidiano, nel vivere tra la gente, come negli interventi in atto per la calamità del centro Italia. Noi ci saremo quando però si spegneranno i riflettori sulla tragedia, questo è importante. Non faremo sentire sola quella gente, ci siamo impegnati a costruire qualcosa, che consenta alla gente di non andarsene, di rimanere e dare continuità alla loro esistenza, nella terra che amano".
La Vigilia di Natale al Bosco


Oltre 600 alpini hanno partecipato alla cerimonia natalizia nel Bosco delle Penne Mozze, a Cison di Valmarino, la vigilia di Natale 2016. Un appuntamento tradizionale, giunto alla 21a edizione, che nell'occasione ha assunto un tono più solenne, in quanto preparatorio alla grande Adunata del Piave, quella a cui abbiamo partecipato a Treviso dal 12 al 14 maggio 2017. L'evento infatti è stato patrocinato dal Comitato Organizzatore dell'Adunata e organizzato dalle quattro Sezioni ANA di Vittorio Veneto (in primis poiché il bosco rientra nel territorio di competenza), Conegliano, Valdobbiadene, Treviso; erano presenti tutti e quattro i presidenti sezionali: Francesco lntrovigne, Giuseppe Benedetti, Valentino Baron, Raffaele Panno insieme al nostro presidente del Comitato del Bosco Claudio Trampetti. Tra le autorità i sindaci di Cison Cristina Pin e di Follina Mario Collet con la fascia tricolore mentre il sindaco di Conegliano Floriano Zambon, come sempre ha voluto essere alpino tra gli alpini. Presenti inoltre i consiglieri nazionali Renato Genovese e Michele Dal Paos (componenti del COA) e il Colonnello comandante del 7° Reggimento Alpini Antonio Arivella nonché il presidente della Sezione ANA di Belluno Angelo Dal Borgo e una delegazione di alpini abruzzesi; 7 i vessilli sezionali, oltre ai 4 trevigiani Belluno, Bolognese Romagnola, Venezia e un totale di 120 Gagliardetti.
Emozionante davvero come ogni anno e noi lo sappiamo, l'immagine del Bosco al tramonto con le 2403 stele dedicate ai soldati trevigiani caduti e centinaia di alpini schierati.
Accorato il discorso del presidente nazionale dell'ANA Sebastiano Favero che ha riportato l'attenzione ai valori alpini, in un periodo di crisi, violenze, paura. "Il nostro auspicio e impegno va all 'unità e alla pace, senza cui non si può guardare al futuro con speranza". Alla pace facevano riferimento i brani sulla prima Guerra Mondiale letti durante la cerimonia coordinata da Roldano De Biasi, vicepresidente Sezione ANA Vittorio Veneto: tutte lettere dal fronte nelle quali non si parlava di morte e immani sofferenze, che pure ci sono state, ma di racconti sulle tregue di Natale accese come lumi lungo le linee del fronte in tutta Europa, Italia compresa.
La lettura è stata arricchita dal canti del Coro Col di Lana diretto dalla maestra Sabrina Carrara e dalle preghiere del diacono Gino Paletto.
Suggestiva nel finale la benedizione dello spadino di Giacomo Lucheschi, originario di Colle Umberto e allievo della Scuola Militare Teuliè di Milano.
Infine il momento più solenne, l'accensione del ceppo natalizio il cui scopo in questi tempi bui è: "Illuminare le nostre case ma anche il nostro cuore".
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