I lavoratori del Bosco - Bosco delle Penne Mozze - Aspem

As.Pe.M.
Associazione "Penne Mozze"
fra le Famiglie dei Caduti Alpini
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I lavoratori del Bosco

Artefici e continuatori
I lavoratori del "Bosco"


Nel “Bosco”, nato per ricordare i singoli Caduti trevigiani con una stele ed un albero disseminati sui quasi 16.000 mq delle pendici del colle, agenti atmosferici
e vegetazione sono sue parti integrali.
Sole, gelo, pioggia, siccità, vento e parassiti lasciano i loro segni sul terreno e sulle piante e, ad ogni primavera, la vegetazione riesplode nel suo nuovo fiorire.
Solo la mano dell’uomo può riparare i danni arrecati al suolo, addomesticare la natura, pulire il sottobosco. Per questo, ogni anno, alpini ed amici devono dedicare intere giornate alla sua manutenzione. Ad essi si addicono ancora perfettamente, dopo quarant'anni, le parole che il Presidente della Sezione vittoriese, Giulio Salvadoretti, pronunciò rivolto, allora, ai lavoratori del Gruppo Alpini di Cison:

Alpini di Cison, lavoratori del Bosco, voi siete gli artefici veri e conservatori del Bosco delle Penne Mozze, tanto più benemeriti perché modesti ed anonimi, ignorati dal grande pubblico compresi i partecipanti alle cerimonie annuali.
Il vostro sacrificio, la vostra tenace assiduità, la vostra disinteressata fatica, non sono però ignorati dalla Sezione ed io son qua per portare a voi tutti ed ai vostri Amici che non sono Alpini ma che lavorano con Voi, ai fratelli Alpini degli altri Gruppi delle Sezioni A.N.A. trevigiane, che animati dal vostro esempio ci seguono, un ringraziamento particolare.
Quanto mi sia cara questa nostra opera voi lo sapete e capite anche quanto grande e prezioso sia il significato ed il valore morale di quest’opera che trascende di gran lunga quello venale, anche se è quest’ultimo dove tentano di insidiarvi coloro che a lavorare con voi non sono mai venuti e non verrebbero mai.
Un grazie di cuore, una stretta di mano ed un bicchier di vino per ognuno di voi, sono i segni della riconoscenza, non solo mia personale, ma dei duemilatrecento Alpini della Sezione, anche di quelli che non si vedono mai, ma danno il loro contributo, sia pur brontolando.
Al vostro meraviglioso Capogruppo Marino Dal Moro, che il peso del Bosco porta fin oltre il limite delle sue forze, un segno di riconoscenza più povero, ma utile.
Una penna da pochi soldi, sufficiente tuttavia per annotare le presenze al lavoro degli Alpini del Bosco e soprattutto le sue.
La lista di queste ultime gli servirà a spegnere il grosso numero di moccoli accesi per causa del ‘Bosco’, croce e delizia della sua vita, quando si presenterà al Padre Eterno.
A tutti, anche a Mario Altarui, alpino del Gruppo di Cison malgrado sia un datore di lavoro, un augurio che è un incitamento: tenete duro e vivete felici altri cent’anni dopo aver completato la grande Opera, monumento perenne creato dalla fraternità alpina per insegnare agli uomini di oggi e di domani ad essere buoni e saggi.
L’amico Cesca non lo ringrazio, come al solito, perché è lavoratore autonomo, regolarmente iscritto al Sindacato Sezionale.
Tanti saluti dal ‘vècio’ che vi vuol bene.”

E qui sotto una carrellata di immagini, senza didascalie e nomi, di alcuni momenti dei lavori e lavoratori volontari del "Bosco"
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