1981-10 - Bosco delle Penne Mozze - Aspem

As.Pe.M.
Associazione "Penne Mozze"
fra le Famiglie dei Caduti Alpini
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1981-10

Raduni, veglie e cerimonie
1981 - Decimo Raduno, 5-6 settembre

Il Raduno si svolge eccezionalmente in due giornate.
Il sabato don Antonio Cunial, Vescovo di Vittorio Veneto, benedice la Madonna delle Penne Mozze. La statua in bronzo, opera dello scultore Marcello  Cagnato, è collocata sull’area di una delle ex casere, in posizione centrale, su un basamento progettato dall’arch. Antonio Del Fabbro e realizzato da un gruppo di soci della Sezione A.N.A. di Conegliano guidato dal Capogruppo di Pieve di Soligo, Paolo Gai.
Le spese di fusione vengono sostenute dai coniugi Altarui in occasione delle loro nozze d’argento.
Domenica 6 settembre viene inaugurato anche un monumento con i resti della statua dell’Alpino distrutta a Brunico. La solenne benedizione è impartita dal sacerdote alpino mons. Paolo Chiavacci.
Impossibile ricordare qui tutte le autorità, le personalità pubbliche e militari che già da qualche anno ci onorano con la loro presenza partecipando alle nostre cerimonie annuali in questo luogo sacro che:

… sogno od utopia che fosse allora, è adesso una realtà più grande di noi e noi speriamo di conservare il coraggio di affrontare ogni difficoltà, almeno fino a quando avremo compiuto quest’opera di amore così che il Bosco trasmetta all’umanità, di oggi e di domani, messaggi di bellezza, di bontà e di pace, di  grandezza, di infinità e di eterno.
La certezza che così sarà viene dal saper che esistono ancora Alpini come quelli che hanno trasportato a braccia pei sentieri del Bosco la statua della  Madonna o che hanno offerto per la manutenzione tutte le giornate di festa, per tutto l’arco dell’anno e per tutti gli ultimi dieci anni, la certezza di sapere che ci sono ancora Alpini della tempra di Mario Altarui e di Marino Dal Moro, foggiati di coraggio e di passione grande quanto la loro modestia, che non
molleranno mai fino a quando vedranno la luce…
profezia quanto mai esatta di Giulio Salvadoretti nel discorso del decennale.
Il monumento all’Alpino di Brunico (BZ) è stato voluto nel 1938 da Benito Mussolini per ricordare la Divisione Pusteria impiegata nella Guerra d’Etiopia del 1935-36.
Nel 1943, dopo l’entrata delle truppe naziste in Alto Adige, il monumento fu abbattuto, per poi essere ricostruito nel 1951.
Il 2 dicembre 1966 il monumento fu fatto saltare in aria con una carica di tritolo, con tutta probabilità ad opera dell’organizzazione terroristica
Befreiungsausschuss Südtirol che aveva come scopo la secessione dell’Alto Adige dall’Italia e la sua riunificazione con il Tirolo e l’Austria, rappresentando un simbolo d’oppressione per la popolazione locale da eliminare. Una settimana dopo circa, fu ricostruito dagli Alpini di Brunico, ma la struttura fu subito considerata pericolante in quanto le infiltrazioni d’acqua ne avevano minato la base.
Il 30 giugno 1968, in occasione del Raduno Triveneto degli Alpini, fu nuovamente ricostruito da alcuni volenterosi dell’A.N.A. dell’”Alto Adige” di Bolzano, identico, ma in due blocchi. Del monumento precedente si sarebbe perso il significato originario tramutandosi in una forma di riconoscimento verso gli Alpini in generale.
Nel 1979 fu nuovamente distrutto in un attentato dall’organizzazione terroristica Ein Tirole. Si salvarono solo parzialmente il busto e pochi altri cocci. Dopo essere stato danneggiato e ricostruito più volte, oggi ne rimane solo il busto, su un basamento di elementi di porfido e pietra.
A metà settembre 2012 con un altro atto vandalico la penna d’alpino è stata staccata, spezzata e ricollocata. A dicembre 2012 il Gruppo A.N.A. di Brunico ha rimesso sul cappello la nuova penna ricavata dal mantello, ritrovato tra le macerie dell’attentato del 1979 custodite nella caserma “Verdone” di Varna (BZ).
Nel decennale è stato anche inaugurato un Cippo dedicato a Cesare Battisti e voluto dal generoso contributo di un suo grande amico, il cavaliere di Vittorio Veneto, volontario trentino, Francesco Cielo che purtroppo è morto prima di vedere la realizzazione del suo voto.
Il Cippo è posto all’accesso del Memoriale ed in esso appare un saluto al visitatore con l’invito a:

NON DIMENTICARE
di Ugo Meloni

Alpino che passi
per la via dei ricordi,
uomo che onori
il culto di mille e mille croci,
puntate al cielo
nel silenzio dell’eternità;

Tu, o viandante,
che dalla polvere dei secoli
raccogli nel cavo della mano
le ansie, il patire, il morire
dei tuoi fratelli,
non dimenticare.

Sulle sventure della Patria
piangono le madri,
altri passano,
altri hanno un gesto di pietà
che nasconde impuri pensieri,
non dimenticare.

Sono morti per tutti noi
senza chiedere perché dovevano morire
ed in quel patire,
in quel tormento
essi, con l’ultimo fiato,
chiesero forse il mio,
il tuo ricordo.

Nei mesi che seguono in seno al Comitato esecutivo sorgono alcuni equivoci che portano a qualche polemica e dissapori, con conseguente scioglimento dello stesso e la conseguente rinuncia al contributo che le quattro Sezioni si erano imposte (lire 500 per socio tesserato) facendo affidamento per il completamento del Memoriale, d’ora in poi, solo ad offerte ed elargizioni spontanee.
La Sezione di Vittorio Veneto, nel cui territorio di competenza è situato il Bosco, si assume così da sola l’onere del completamento dell’opera.
Al Consiglio A.N.A del Gruppo di Cison affida l’incarico di comporre un nuovo Comitato che responsabilmente e con ogni facoltà di scelta gestirà l’ulteriore sviluppo del Bosco e le manifestazioni che si effettueranno. Il nuovo Comitato è composto da Mario Altarui, presidente, coadiuvato da Giulio Salvadoretti e Marino Dal Moro.
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