Virgilio Floriani
Artefici e continuatori
Virgilio Floriani
Un mecenate, signore di stampo antico
1906 - 2000
Virgilio Floriani nasce il 29 giugno 1906 a Cison di Valmarino da una famiglia di contadini, un tempo benestante, ma il padre, con il susseguirsi delle generazioni e le divisioni conseguenti, eredita un podere di tre ettari distribuiti fra il bosco pedemontano, la vigna in collina, e campi e i prati a valle.
Appena il necessario per campare con decoro. Molta attenzione è dedicata ad ogni forma di risparmio, pur ostentando con dignità la condizione di piccoli possidenti.
La vita del ragazzo, come quella della famiglia, è scandita dai ritmi stagionali e religiosi. Le giornate iniziano all'alba e terminano al tramonto, mentre per gli adulti continuano per qualche ora nella stalla a far "filò". I rintocchi dell'orologio e il suono delle campane scandiscono il tempo per il lavorare, mangiare, pregare.
Suo padre lo segue negli studi con molta attenzione fin dai primi anni. Così il giovane, brillante nell'apprendimento e volenteroso nell'applicarsi, con sacrificio e determinazione, consegue la laurea in ingegneria nel 1929 al Politecnico di Torino.
Il primo lavoro, presso la Società di Radiodiffusione di Torino con lo stipendio di 500 lire mensili, non aveva niente a che vedere con gli studi intrapresi e ciò lo avvilisce e scoraggia, sebbene fosse consapevole che avere un'occupazione in quegli anni era veramente un privilegio.
Dal 1930 al 1934 trascorre il periodo più triste della sua giovinezza: il lavoro frustrante, la lontananza dal paese e dagli affetti, e la fame, l'autentica fame fisiologica.
Partecipa a un concorso presso l'Azienda dei Telefoni di Stato a Roma, ma ancora prima di sapere d'averlo superato, nel dicembre del 1934 si licenzia, compiendo quello che Lui stesso definirà l'atto più coraggioso della sua vita.
Deluso, ma determinato a non arrendersi, rientra a Cison e versa al padre la liquidazione ricevuta per cinque anni di lavoro: 3.200 lire.
Venuto a conoscenza che la "Safar", fabbrica di apparecchi radio di Milano, cerca un ingegnere, non perde tempo, sostiene un colloquio e ottiene l'assunzione per 1.000 lire al mese.
Si trasferisce a Milano nel 1935 e le cose cominciano ad andare per il loro verso. Avrebbe voluto con sé i genitori per vari motivi, ma il papà, strapaesano nelle abitudini e con lo spirito di un cittadino del mondo legato al suo ambiente, non soggiornava volentieri lontano da Cison per più di una settimana.
Anche a Milano la vita all'inizio è stata dura, soprattutto economicamente perché doveva risparmiare e mandare a casa il necessario per pagare almeno gli interessi sui debiti contratti dal padre per i suoi studi.
Tuttavia in quel periodo ha modo di dedicarsi al settore delle applicazioni radio per la telefonia. Progetta quindi apparecchi di telefonia multipla il cui brevetto è acquistato dalla "Stipel" (Società telefonica) ed è l'inizio del suo ingresso nel mondo economico.
Nel 1946 costituisce a Milano la "Telettra" che nel corso degli anni, con numerosi brevetti all'attivo, diverrà un punto di riferimento nel settore della telefonia in ambito nazionale.
Nel 1960 trasferisce la sede della Telettra in Brianza a Vimercate. Negli anni successivi l'azienda si espande in ambito internazionale con sedi produttive in Italia e nel mondo, raggiungendo una ragguardevole dimensione con circa 10.000 dipendenti.
Nel 1976 Floriani cede l'azienda alla F.I.A.T.. Un susseguirsi di nuovi assetti societari, condurrà la Telettra al nuovo marchio Alcatel Lucent. A tutt'oggi, la sede storica della Telettra a Vimercate è uno dei siti di ricerca e sviluppo per la trasmissione terrestre e su fibra ottica più rilevanti a livello mondiale, nonché la direzione generale italiana di Alcatel Lucent.
Lasciata l'attività imprenditoriale, per rispetto delle leggi di natura e per acquistare un po' di libertà ed approfondire ogni altro argomento, sostenuto come sempre dall'amata moglie Loredana, medita di costituire una fondazione a scopi sociali: la morte prematura e lungamente sofferta di suo fratello indica la via.
Nel 1977 nasce la Fondazione Floriani, ente senza fini di lucro, finalizzata a promuovere studi e ricerche scientifiche applicate alle cure palliative, con l'obiettivo di approfondire e diffondere nell'assistenza al malato inguaribile, le cure che affrontano tutti gli aspetti della sofferenza del paziente: sofferenza fisica, psicologica e sociale. Quando è scomparso a Milano nel 2000, all'età di 94 anni, molti - tra cui lo stessi ministro Veronesi - hanno sottolineato l'importanza della sua azione pionieristica nel campo dell'assistenza sanitaria.
Imprenditore e mecenate di prima grandezza, l'ing. Virgilio Floriani non ha mai dimenticato le sue radici e il suo paese. Ritornava con piacere e nostalgia, quando i molteplici impegni glielo consentivano, per rivedere ogni pietra, ogni angolo della casa paterna, quella casa che suscitava un mondo di ricordi, di sogni, di speranza e gioia di vivere.
E' stato pronto e generoso sostenitore in varie occasioni, ma soprattutto con gli Alpini, cui ha fornito i mezzi necessari per avviare la realizzazione del Bosco delle Penne Mozze.
Ricordandolo con stima e gratitudine, facciamo nostro il Suo elevato pensiero: "La nostra mente è la più grande risorsa di cui disponiamo per affrontare il futuro, il vero dono che ci ha fornito la natura, ci distingue nettamente da tutti gli altri esseri viventi, e che portiamo sempre con noi. E' l'unica vera ricchezza che non ci abbandona mai: dobbiamo coltivarla continuamente, nel più ampio spettro che va dalla scienza alla filosofia, ai tanti come e perché dell'esistenza, con lo studio, la riflessione, l'azione; con fiducia in noi stessi, coraggio e determinazione".