L'inaugurazione del Bosco - Bosco delle Penne Mozze - Aspem

As.Pe.M.
Associazione "Penne Mozze"
fra le Famiglie dei Caduti Alpini
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L'inaugurazione del Bosco

Come e perchè...
Primo raduno e inaugurazione del Bosco
Cison di Valmarino, 7 e 8 ottobre 1972


IL PRIMO RADUNO

Nell'anno del centenario della istituzione delle truppe alpine e segnatamente nei giorni 7-8 ottobre 1972, il Bosco delle Penne Mozze comincia ufficialmente ad esistere.
Questo singolare sacrario, tenuto a solenne battesimo da S. E. il Vescovo di Vittorio Veneto mons. Antonio Cunial, è nelle parole di Giulio Salvadoretti:

“… un baluardo per la forza dello spirito che lo anima.
Baluardo modesto, ma non inutile a rallentare la folle corsa verso l’annientamento totale dell’uomo, il quale, dopo aver decretato la morte di Dio, sta distruggendo se stesso, la sua anima, il suo corpo e tutto il creato che ha creduto di dominare…”

I partecipanti alla cerimonia del 7-8 ottobre ’72 non sono molti perché l’idea e l'esistenza stessa del Memoriale non è ancora molto conosciuta, ma chi è presente torna a casa meravigliato, compiaciuto e contento come ha ben esposto il sottosegretario on. Francesco Fabbri, ex internato, che ha anche parlato a nome del Governo:

“… l’apprezzamento più vivo per l’opera intrapresa, ricordando quanto il duro impegno sia consono alla tenacia, alla laboriosità e alla generosità delle Penne nere, che anche in tempo di pace continuano a dedicare il tempo libero a testimoniare le glorie del Corpo, ad onorare il sacrificio dei Caduti e a portare nel mondo un messaggio di pace e di concordia.”

Da poco è terminata la cerimonia inaugurale e ci troviamo già a programmare quanto è da farsi nell'inverno che sta per venire e nella successiva primavera. Il lavoro impegna gli Alpini sempre pronti all'appello.
L'INAUGURAZIONE DEL BOSCO

La cronaca delle due giornate, scritta da Mario Altarui, è tratta dalla rivista "Penne Mozze", n. 1, 1972.

Con le cerimonie del 7 e 8 ottobre '72 il Bosco delle Penne Mozze ha iniziato la sua vita ideale: le piante che lo compongono hanno assunto un significato più elevato della sola esistenza vegetale rappresentando ognuna un Alpino Caduto.
Anche le artistiche stele sembrano maggiormente eloquenti dopo la benedizione che il Vescovo di Vittorio Veneto ha impartito al Memoriale posto all'accesso, che riassume la fiera testimonianza degli Alpini per le Penne Mozze.
Sul poggio dominante la valle dove si estende questa singolare ricordanza di sacrifici, anche il sofferto Crocifisso appare meno solo. Lo hanno messo in sede tre anni or sono gli Alpini del Gruppo di Cison di Valmarino: il Legno della grande Croce ha posto nella roccia le radici di immenso dolore che sono emerse dintorno nella veste di piccole piante destinate a portare il nome di una Penna Nera spezzata in ogni fronte nel corso di quest'ultimo secolo.
Cesare Battisti, con gli Eroi del Grappa e del Piave, i Caduti d'Africa, dei Balcani, di Russia e dei campi di prigionia trovano memoria in questo Bosco assieme ad Armando Piva, ultimo Caduto a Cima Vallona cinque anni fa colpito da piombo traditore.

7 ottobre
Il Vescovo di Vittorio Veneto S.E. mons. Antonio Cunial ha proceduto nel pomeriggio alla benedizione del Memoriale ed ha poi celebrato la S. Messa al tempietto di S. Antonio, durante la quale ha rivolto a Dio la preghiera per i nostri Caduti e anche per i Caduti avversari.
E' stata una cerimonia semplice e sentita. Poco prima, una delegazione guidata dal rag. Dal Moro ha deposto una corona al Tempio della Madonna delle Grazie per onorare tutti i Caduti di Cison.
Con la Madrina, signora Loredana Floriani, erano presenti il Sottosegretario di Stato Francesco Fabbri, il sindaco rag. Marcello De Rosso, il Presidente della Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto dott. Giulio Salvadoretti, congiunti di Caduti, rappresentanze di associazioni combattentistiche e d'arma, il dott. Parisio che ha notevolmente appoggiato l'iniziativa, numerosi Capigruppo della zona tra cui il cav. Battistella di Pieve di Soligo, il geom. Verbano di Montebelluna e il sig. De Vido del Gruppo di Conegliano-città.
Gli Alpini di Cison con il loro Capogruppo rag. Marino Dal Moro hanno fatto gli onori di casa. Il Coro di Cison, costituito e diretto dall'attivissimo arciprete don Venenzio Buosi, ha eseguito canzoni alpine.
Il Vescovo, cappellano alpino durante l'ultimo conflitto, ha rivolto ai presenti la sua paterna parola: "Voi piantate degli alberi, segno di memoria e di pietà. Chi arriva al Bosco sentirà quanto eloquente sia il silenzio delle tombe: infatti, secondo la nostra fede religiosa, le anime non muoiono e la loro presenza ci invita al colloquio con Dio".
Al termine del rito religioso il prof. Altarui, presidente del Comitato per il Bosco delle Penne Mozze, a nome dei presenti ha ringraziato S.E. il Vescovo, la Madrina, S.E. il Sottosegretario intervenuto in rappresentanza del Governo, e don Buosi. Ad ognuno è stato dato in omaggio una copia del libro Penne Nere trevigiane nella guerra ’15-’18.
Ammainata la bandiera al calar della sera, gli alpini di Cison hanno ripreso alacremente a lavorare affinché tutto fosse pronto per il Raduno del mattino seguente.

8 ottobre
Con i gonfaloni delle Città di Treviso e di Vittorio Veneto, decorati di medaglia d’oro al valore militare, erano presenti: la bandiera del Comune di Cison di Valmarino, il labaro della Federazione provinciale del Nastro Azzurro, il gonfalone dell’Associazione Combattenti e Reduci, i labari delle associazioni degli Artiglieri e del Genio e Trasmissioni, e di altre associazioni d’arma.
Oltre al vessillo della Sezione di Vittorio Veneto, sono intervenuti quelli delle Sezioni di Padova, Treviso, Conegliano, Valdobbiadene e di altre sezioni che il cronista, impegnato, non ha potuto compiutamente annotare. Il picchetto del 6º Rgt. di Artiglieria da montagna ha reso gli onori militari al generale alpino Giorgio Ridolfi, comandante la Zona militare di Treviso e ai gonfaloni delle Città decorate di medaglia d’oro che sono sfilati col labaro provinciale del Nastro Azzurro.
Oltre alla Madrina del Memoriale, signora Loredana Carbone Floriani, erano presenti la Medaglia d’oro Enrico Reginato, il generale Vittorio Zatti fratello di un ufficiale alpino caduto nel 1916, il generale Guido Concini, il col. pilota Maurizio Ulivi, comandante il 2º Stormo dell’aeroporto di Treviso e il col. pilota Mario Casa Beltrame comandante la 51a Aerobrigata di Istrana, la Presidente provinciale dell’Opera Orfani di Guerra, il magg. Spina del comando di Presidio di Vittorio Veneto, il tenente Pinto dei Carabinieri, altri Ufficiali alpini e di altre Armi in rappresentanza dei propri comandanti, il dott. Francesco Jelmoni capo dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Treviso che ha notevolmente collaborato per la realizzazione tecnica del Bosco, l’avv. Cesare Benvenuti, vice presidente provinciale del Nastro Azzurro e segretario del Triveneto alpino, il vice presidente provinciale dell’Associazione Artiglieri in rappresentanza del presidente cav. uff. Attilio Innocente, il presidente della sezione di Treviso degli ex Internati cav. Dorino Sommacal, il comm. Giuseppe Schiratti Presidente dei Combattenti e Reduci e dell’Associazione Cavalieri di Vittorio Veneto.
Oltre al sindaco di Cison cav. Marcello De Rosso ed ai sindaci di Miane maestro Giuseppe Cesca e di Pieve di Soligo maestro Pietro Furlan, erano presenti numerosi dirigenti dell’A.N.A.: i consiglieri nazionali gen. Giuseppe Dal Fabbro, presidente della Sezione di Padova, il geom. Paolo De Paoli, il rag. Luigi Menegotto, presidente della Sezione di Marostica e il prof. Mario Altarui presidente del Comitato per il Bosco delle Penne Mozze.
Presenziavano inoltre il cav. uff. Cattai presidente della Sezione di Treviso col dott. Perissinotto e alcuni consiglieri, il comm. Guido Curto presidente della Sezione di Conegliano con i vice presidenti avv. Travaini e ten. col. Piasenti, numerosi consiglieri tra cui il prof. Viezzer Capogruppo di Soligo e il cav. Battistella Capogruppo di Pieve di Soligo, il M° Albino Capretta in rappresentanza del presidente della Sezione di Valdobiadene cap. Umberto Bortolotti.
Molti i decorati alpini tra i quali il cav. Ampelio Rossi e Olindo Battistuzzi medaglie d’argento di Russia, ed altri dei quali non è stato possibile prendere nota. Numerosi i messaggi di adesione e le visite al Bosco già nel pomeriggio dell’8 ottobre e nelle domeniche successive.
Dopo l’alzabandiera, mentre la Banda musicale di Cison eseguiva l’inno nazionale, è stato reso onore ai Caduti con la deposizione al monumento, a nome di tutte le Penne nere della provincia, di una corona d’alloro portata da due giovani alpini in armi di Cison, il cap. magg. A.C.S. geom. Guido Da Mar e l’artigliere da montagna Francesco Salton.
A conclusione, il Capogruppo rag. Marino Dal Moro ha offerto alla Madrina un mazzo di fiori legato con un nastro tricolore; la signora Floriani, con squisita sensibilità, ha deposto l’omaggio floreale al Memoriale dedicato alle Penne Mozze.
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