Mario Altarui - Bosco delle Penne Mozze - Aspem

As.Pe.M.
Associazione "Penne Mozze"
fra le Famiglie dei Caduti Alpini
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Mario Altarui

Artefici e continuatori
Mario Altarui
Un alpino sognatore
1926 - 1989


Non sono certo le parole, quasi sempre inutili, che possono descrivere il dolore e lo sgomento provocati dalla scomparsa di Mario Altarui.
A testimoniare il vuoto che Egli lascia sono i sentimenti di accorato rimpianto che hanno invaso il cuore e la mente di coloro che lo conoscevano, lo amavano e lo stimavano.
Le poche frasi che la moglie di Mario, Antonietta Grespan Altarui, ha voluto scrivere sul santino, sono le più significative.
Ad esse non aggiungiamo nulla, in rispettoso silenzio:
"Uomo di mente acuta ed attiva. Amante del lavoro, sensibile ed affabile con il prossimo.
Alpino, che ha dedicato gran parte della sua vita alla memoria dei fratelli Alpini Caduti: nel Bosco delle Penne Mozze noi ricordiamo Loro con Lui per sempre.
Signore, nella pace eterna hai trovato il riposo per Mario; la nostra pace terrena sta nel Tuo Amore e nel Suo.
Ricorda che noi siamo ancora qui in questa valle.
Prega per noi."
Mario Altarui nel grande scenario alpino fu un silenzioso regista, un sensibile trovatore e uno scrittore verace. Molte sono state le sue opere letterarie.
Immerso nella convinta e radicata fede cristiana, era un uomo che amava la sua terra, la storia del suo Paese e che possedeva una particolare disposizione al culto dei fratelli Caduti per la Patria. Ecco infatti il suo nome collegato alla realizzazione del Bosco delle Penne Mozze, del quale fu l'ideatore, il precursore, il tenace sostenitore e il geloso custode.
L'opera da lui profondamente voluta, conosciuta ed apprezzata ovunque, non finisce mai di destare ammirazione per come è stata concepita, per le finalità preposte e per quanto di autentico rappresenta per tutti gli Alpini. E nell'ambito di tale iniziativa che ha fatto idealmente rivivere gli Alpini Caduti in tutte le guerre, ha voluto costituire, nel 1978, l'associazione "Penne Mozze". Scrisse lui stesso:
"E' un'Associazione che promuove l'amore per i Caduti Alpini.
Sappiamo che, coi tempi che corrono, questo proposito può apparire banale o riconducibile al generico concetto del tributo d'onore a chi è morto per la Patria.
Ma siamo certamente in ottima compagnia perché le Associazioni Combattentistiche e d'Arma sono ad assicurare che il sacrificio dei Caduti venga doverosamente ricordato in diversi modi ma particolarmente con funzioni religiose di suffragio, deposizione di corone d'alloro ai monumenti, osservanza di un breve raccoglimento che per i presenti vale a riflettere sul tragico costo umano che ogni guerre impone".
Mario e la sua sposa Antonia, in occasione delle nozze d'argento, hanno donato al Bosco, tramite l'As.Pe.M., una grandiosa "Madonna delle Penne Mozze", opera in bronzo dell'artista Marcello Cagnato, benedetta in seguito dal Vescovo mons. Antonio Cunial, cappellano militare di un reparto Alpino, durante l'ultimo conflitto mondiale.
L'opera è stata collocata in uno dei luoghi più visitati e suggestivi del Memoriale "Per ricordare il dolore delle Madri".
La vita di Mario Altarui è stata molto intensa. Oltre ad aver improntato al suo "essere alpino" ogni sua iniziativa fin dal primo orgoglioso contatto con la Penna nera, si è dedicato a pazienti e diligenti ricerche storiche sulle Truppe Alpine e sulla città di Treviso, martoriata dalla guerra.
Durante la lunga malattia ha continuamente lavorato per portare a termine una ricerca sugli Alpini della Marca Trevigiana decorati al valore.
Citiamo alcune sue pubblicazioni:
  • Penne Nere Trevigiane nella guerra '15-'18
  • Storia del 6° Rgt. Alpini, del 7° e del 3° Artiglieria da Montagna
  • Treviso nel fuoco
  • Treviso nella resistenza
  • Treviso combattente
  • Treviso postbellica
  • Uno e Centomila
  • Fratel Francesco

Di lui scrisse così Renato Brunello:
Vorrei ripercorrere brevemente le tappe della sua vita, da quando lo conobbi nel giugno'48 al CAR di Monigo. Da allora siamo diventati amici e dopo la laurea è diventato mio collega alla Cassamarca.
E' stato un grande esperto contabile ed economista, preciso, diligente e pignolo. La sua valentìa lo aveva preposto ad un'ottima carriera, ma quello che maggiormente ci teneva uniti era il cappello con la penna nera.
Molti insegnamenti e consigli devo a Mario, ma soprattutto avverto ancora la sua presenza nella eredità di un periodico che, grazie alla Sua disponibilità ed alla Sua dottrina, ancor oggi porto avanti. Credo quindi di interpretare l'unanime consenso di tutti gli Alpini se sento di rinnovare a Mario Altarui la più profonda gratitudine per quanto operò nella nostra Associazione, per aver lasciato un grande retaggio spirituale e una testimonianza di quei valori che rendono grande l'uomo per il messaggio che lasciano di umana pietà.
Era una persona meravigliosa con un cuore immenso che dedicava tutto il suo tempo agli altri. Lontano dalla retorica, non cercava onori, ed era deciso ed esplicito in ogni suo portamento.
E' stato padre e direttore di almeno cinque poeriodici, tra cui "Fameja Alpina" della Sezione A.N.A. di Treviso, "Fiamme Verdi" della Sezione di Conegliano e "Penne Mozze". Ha scritto anche la "Preghiera dei Caduti di tutte le guerre" e la canzone "Penne Mozze" con Salvadoretti. Armonizzata in seguito da Efrem Casagrande.
"Non ho avuto figli e ritengo miei figli tutti gli Alpini Caduti" mi ha detto un giorno. Per questa presa di posizione ha pensato e voluto il Bosco delle Penne Mozze di Cison di Valmarino, singolare capolavoro, santuario sotto la volta celeste, dove si ergono le "stele" che serbano scolpito il nome e la data del sacrificio di 2411 Penne Mozze trevigiane.
Ogni nome ha una storia, un'epopea di dolore, di martirio e di gloria ma suscita anche un monito perché gli uomini imparino a deporre finalmente le armi e a convivere in pace.
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